La frattura dell’anca rappresenta con ogni probabilità la complicazione più grave dell’osteoporosi perché, oltre al rischio di disabilità, nelle persone che la subiscono comporta un aumento della mortalità di circa il 20% rispetto ai soggetti della stessa età e dello stesso sesso.

Inoltre, più del 95% dei pazienti con frattura all’anca necessita di un intervento chirurgico che generalmente consiste nell’applicazione di una protesi. Tra le persone operate, meno di un terzo riesce a recuperare pienamente la normale funzionalità dell’intera articolazione, mentre un altro terzo ha bisogno di assistenza continua. Comunque, dopo l’operazione, è indispensabile iniziare subito un percorso  di riabilitazione, naturalmente sempre sotto controllo medico, che preveda un ciclo di fisioterapia con esercizi di ginnastica specifici.

Gli studi hanno dimostrato come l’attività fisica possa portare grandi miglioramenti in termini di recupero di forza e funzionalità nei soggetti che hanno subito interventi di protesi all’anca. Infatti, i pazienti sottoposti a un intenso regime di allenamento hanno migliorato nettamente un certo numero di attività quotidiane, come alzarsi in piedi, camminare, salire le scale o anche semplicemente mantenere una postura eretta.

Inoltre, le persone operate che praticano attività motoria riescono in media a riprendere a camminare più velocemente del 50% circa e ritornano a salire le scale più celermente di circa il 30% rispetto ai soggetti non allenati.

Infine, i pazienti che svolgono regolare attività fisica affrontano meglio la propria condizione anche da un punto di vista emotivo rispetto a quelli sedentari.

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