Grande successo per la prima edizione di Bone House, evento innovativo dedicato alla salute delle ossa, che si è svolto a Roma, nella splendida cornice di Villa Miani.

“Un’esperienza a 360 gradi per avvicinare il largo pubblico un po’ alla scienza, – racconta il Prof. Francesco Falez, presidente di SIOT – uscendo dagli scenari della sala operatoria, degli ambulatori e degli ospedali e creare invece una conoscenza che sia più facile, meno impegnativa e forse anche meno intimorente”.

“Un posto in cui tutte le persone possono conoscere meglio l’osso, testare la propria fragilità e imparare a come mantenerlo sano”, aggiunge la dott.ssa Maria Luisa Brandi, presidente della Fondazione FIRMO.

Consulenze mediche e nutrizionistiche, lezioni di cucina e di ballo, ma anche ginnastica e giochi educativi per i più piccoli: un vero e proprio percorso formativo che ha favorito il dialogo tra paziente e specialista. Parola d’ordine: prevenzione, perché la prima frattura da fragilità può essere un campanello d’allarme che dobbiamo sempre ascoltare.

“La nostra qualità della vita dopo due fratture non peggiora di due volte ma molto di più, ecco perché bisogna fare attenzione al primo campanello d’allarme”, sottolinea  Luisella Cianferotti, specialista in Endocrinologia.

E allora, attenzione a ciò che mangiamo, la tavola infatti non è fatta di rinunce ma di scelte sane e pulite.

“Un’alimentazione pulita dovrebbe essere a base di cibi non troppo elaborati industrialmente, conservati e magari solo da riscaldare, tanto per fare un esempio, ma di materia prima di grande qualità e che possibilmente sia a Km 0”, precisa Emanuela Bartolozzi, medico nutrizionista.

“L’alimentazione è fondamentale per la salute dell’osso, i latticini ad esempio non dovrebbero mai mancare sulla tavola di tutti i giorni in quanto, nella nostra dieta mediterranea, sono quelli che ci forniscono la maggior quantità di calcio e inoltre contengono vitamina D e proteine”, commenta Barbara Pampaloni, biologa nutrizionista.

E poi il movimento, alla Bone House le lezioni di ballo e di ginnastica hanno avuto grande successo.

“Con il ballo attiviamo tutti i nostri muscoli, se un ballo è completo, sicuramente miglioriamo l’attività muscolare degli arti” ci tiene a precisare Umberto Tarantino, specialista in Ortopedia.

“Con l’attività fisica possiamo migliorare la quantità e la qualità dell’osso e quindi prevenire l’osteoporosi e le cadute” ribadisce Giovanni Iolascon, medico fisiatra.

Le nostre ossa possiamo mantenerle in salute anche con piccole accortezze, che magari nell’era dei social network forse troppo spesso dimentichiamo.

“La cosa più semplice che possiamo fare è camminare: un’attività alla portata di tutti, economica e che non richiede attrezzi e neppure ambienti specifici”, sottolinea Loredana Cavalli, medico fisiatra.

L’osteoporosi non colpisce solo in tarda età: esistono condizioni o momenti particolari della vita, come la menopausa, che rendono la donna più fragile.

“I problemi legati eventualmente alla carenza degli ormoni estrogeni possono avere in molti casi una ripercussione negativa sulla qualità dell’osso e quindi aumentare nel tempo il rischio di frattura”, ribadisce Silvia Ottanelli, medico ginecologo.

La ricerca è in continuo avanzamento nel campo della cura della fragilità ossea, durante la due giorni gli ospiti di Bone House hanno potuto ricevere gratuitamente screening con macchinari innovativi, basati su tecnica ad ultrasuoni.

Echos, il densitometro a tecnologia REMS di Echolight permette di effettuare una diagnosi a livello di femore prossimale e vertebre lombari, della salute dell’osso del paziente”, sottolinea Daniele Perrone, ingegnere biomedico.

Oltre 500 visitatori hanno eletto la prima edizione di Bone House un evento innovativo nel campo della prevenzione all’osteoporosi.

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