La celiachia è una malattia genetica autoimmune, sempre più diffusa nel mondo moderno e ancora largamente sottodiagnosticata. Si caratterizza per l’intolleranza dell’organismo al glutine che è presente nel grano, nella segale e nell’orzo. Coloro che ne sono affetti subiscono danni alla superficie intestinale, che porta a uno scarso assorbimento di minerali e vitamine, e insorgenza di sintomi come diarrea e perdita di peso.

Le complicazioni causate dalla celiachia sono note quasi a tutti: anemia, cefalee, eruzioni cutanee, artrite, depressione, infertilità, ripetuti aborti spontanei e anche alcuni tipi di tumori. Non abbastanza diffusa è invece la consapevolezza che la celiachia porta anche a un aumentato rischio di osteoporosi. Infatti la progressiva distruzione dei villi intestinali causata dalla celiachia, con il conseguente malassorbimento di calcio, vitamina D e proteine essenziali costituisce un pericolo per la salute delle ossa, aumentando di molto la percentuale di rischio.

Per quanto riguarda il diabete, ne esistono tre tipi: il tipo 1 nel quale una reazione autoimmune distrugge le cellule che producono insulina, il tipo 2 detto diabete mellito, che è anche il più comune, infine il diabete gestazionale, che si manifesta in una gravidanza su 7.

Si stima che gli ammalati di diabete siano più di 415 milioni in tutto il mondo e il loro numero è in crescente aumento: entro il 2040 sarà cresciuto del 55%. Moltissimi di questi ammalati tuttavia non sanno che esiste una relazione tra diabete e osteoporosi.

Pur non essendo ancora riusciti a comprendere in ogni dettaglio i meccanismi che legano il rapporto tra le due malattie, gli scienziati hanno tuttavia notato un aumentato rischio di osteoporosi negli ammalati di diabete.

Infine i glucocorticoidi (ad esempio il prednisone o il cortisone) sono farmaci usati per il trattamento di varie malattie come l’asma e l’artrite. Pur essendo terapie molto efficaci, possono provocare effetti collaterali, uno dei quali è l’osteoporosi. Questa condizione è particolarmente frequente quando i glucocorticoidi vengono assunti per via orale per un periodo di tempo uguale o superiore a tre mesi. I glucocorticoidi orali più prescritti sono il prednisolone ed il desametazone.

I glucocorticoidi provocano perdita d’osso, più rapida nei primi 3-6 mesi di trattamento. Questa perdita comporta un aumento del rischio di frattura. L’aumento maggiore si osserva per le fratture vertebrali. L’aumento del rischio di frattura si osserva anche a basse dosi (2,5-7,5 mg al giorno di prednisolone) ed aumenta con l’aumentare della dose giornaliera

In ciascuna di queste tre condizioni, per preservare la salute delle ossa sarà particolarmente importante osservare una dieta sana che contenga latticini o altre fonti di calcio, evitare fumo e alcol, fare un regolare esercizio fisico, preferibilmente all’aria aperta, parlare con il proprio medico per valutare come ridurre il proprio rischio.

Per sensibilizzare il pubblico su questi problemi e indicare alcune utili linee guida per la prevenzione, la Fondazione F.I.R.M.O., insieme a IOF ha preparato dei volantini illustrativi, liberamente scaricabili dal sito F.I.R.M.O., che forniscono indicazioni sintetiche ma essenziali per salvaguardare la salute dello scheletro anche in presenza di celiachia, diabete o assunzione prolungata di cortisone.

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