Le paratiroidi sono quattro piccole ghiandole endocrine, grandi come chicchi di riso, che producono il paratormone, l’ormone che controlla i livelli del calcio nei liquidi biologici. Malgrado le loro dimensioni ridotte sono prime attrici in un importante capitolo della medicina. Quando non funzionano, o funzionano male, queste ghiandole possono causare malattie quali l’ipoparatiroidismo (data da insufficiente o assente funzione delle paratiroidi) e l’iperparatiroidismo (l’eccessiva funzione delle paratiroidi): si tratta di disordini gravi, che comprendono sia malattie congenite, sia conseguenti a interventi di asportazione (voluta o accidentale) delle paratiroidi.

Malgrado siano classificate come malattie rare, queste patologie sono tutt’altro che infrequenti e molti ricercatori, di tutto il mondo, si adoperano per studiarne cause e rimedi. Finora i modelli per studiare queste malattie erano il modello animale e quello umano. Le cellule a diposizione finora però non erano stabili, ed erano soggette ad invecchiamento. Per poter lavorare con maggiori risultati occorreva una linea cellulare continua: ossia cellule stabilizzate, capaci di riprodursi indefinitamente se mantenute in un ambiente adatto. Il team dell’Università di Firenze, diretto dalla Professoressa Maria Luisa Brandi, endocrinologa di fama internazionale con un PhD in biologia cellulare e presidente FIRMO, ha lavorato per anni allo sviluppo di un modello di colture cellulari che servisse a tutti i ricercatori del mondo.

Dice la Professoressa Maria Luisa Brandi, “Sono molto orgogliosa del traguardo raggiunto. Lavoro a questo progetto dagli anni ’90 e non è stato facile perseguire un risultato che sembrava allontanarsi ogni volta. Invece ci siamo riusciti, ed ora esiste un modello cellulare che sarà a disposizione di molti studiosi di tutto il mondo. Abbiamo richieste non solo dagli Stati Uniti, ma anche da vari Paesi Europei e dall’Estremo Oriente: questo è il più grande riconoscimento per un ricercatore. Solo grazie all’uso di questa linea cellulare nel 2020 sono stati pubblicati lavori su “Journal of Clinical Investigation”, su “Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism”, su “Journal of the Endocrine Society”, che sono le maggiori riviste scientifiche del mondo, e tutti descrivono nuovi meccanismi di regolazione delle ghiandole paratiroidee che apriranno a nuove possibilità terapeutiche e diagnostiche. L’insegnamento di Rita Levi Montalcini, che mi indicò la strada della biologia cellulare da applicare alla ricerca traslazionale, mi ha guidata sino a questi importanti risultati. Il prossimo passo sarà costruire a Firenze una vera e propria Cell Factory per rispondere attraverso le nostre conoscenze alle esigenze dei ricercatori nel mondo. Siamo stati davvero bravi”.

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