Ragazze e donne sono ancora discriminate nel mondo della scienza. Nel complesso, meno del 30% dei ricercatori del mondo sono donne: questo dato da solo mette chiaramente in luce gli ostacoli ancora incontrati da donne e ragazze nell’accedere agli studi e nel proseguirli, oltre che nell’ingresso nel mondo della ricerca e nel vedere riconosciuti i propri risultati. Se poi si prendono in considerazione le donne che si dedicano a studi scientifici e matematici, la percentuale crolla drammaticamente: solo il 3% si dedica a studi sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, il 5% a scienze, matematica e statistica e l’8% a studi di ingegneria e costruzione.

Questa differenza si radica in secoli di stereotipi e pregiudizi che tendono ad allontanare il genere femminile dal mondo della ricerca scientifica, tanto che si è calcolato che tra i personaggi pubblicamente noti nel mondo per un lavoro di ricerca nel campo scientifico, solo il 12% sono donne.

Il conseguimento della parità di genere è invece fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile programmati per il 2030. Al fine di dare maggior impulso agli sforzi fatti dalla comunità mondiale negli ultimi 15 anni per cercare di colmare questo gap, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato l’11 febbraio come Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza. Come afferma António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite: “Per affrontare le sfide del 21° secolo, dobbiamo sfruttare tutto il nostro potenziale. Ciò richiede lo smantellamento degli stereotipi di genere. In questa Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, ci impegniamo a porre fine allo squilibrio di genere nella scienza.”

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