Della vitamina A in relazione all’osteoporosi si discute da tempo. Il composto organico cui solitamente si fa riferimento con la prima lettera del nostro alfabeto è quello generalmente presente in forma “pre-sintetizzata” in molti cibi di origine animale (generalmente ne è abbastanza ricco il fegato), pesci grassi, latticini, tuorlo d’uova e retinolo (sostanza contenuta in tantissime creme per la pelle e spesso indicata appunto come vitamina o provitamina A). Nelle verdure è invece contenuto un precursore della vitamina A in forma di un gruppo di composti comunemente conosciuti come “carotenoidi” presenti soprattutto in alcune verdure a foglia larga e in molti frutti e verdure di colore arancione, rosso e giallo come zucca, mango, peperoncino, papaia, albicocca e – nemmeno a dirlo – carota.

Se da un lato è chiaro cosa sia la vitamina A e a quale funzione fondamentalmente assolva, decisamente più controverso è il ruolo da essa esercitato sulla salute delle nostre ossa. Si ritiene in linea di massima che un consumo elevato di vitamina A abbia effetti negativi sul nostro sistema osseo (oltre che su pelle e fegato), ma è pur vero che non esistono ancora dati scientifici oggettivi in grado di confermare incontrovertibilmente tale tesi.

Qualche anno fa uno studio americano ha in qualche provato a reperire un certo legame tra la vitamina A e la maggiore esposizione al rischio di fratture al femore in un gruppo di donne in post-menopausa. Allo stesso modo un altro studio, questa volta svedese, aveva dimostrato una certa correlazione tra un alto contenuto di retinolo (ma non carotenoidi) nel nostro organismo ed i rischi di fratture ossee.

Successivamente una ulteriore ricerca che aveva sottoposto ad analisi un gran numero di donne inglesi di età avanzata, non era tuttavia riuscito a confutare la relazione tra un alto tasso di vitamina A (solitamente derivante dal largo consumo di olio e di pesce in un regime dietetico) ed il rischio di fratture osteoporotiche.

Sebbene in molti Paesi esistano ad oggi raccomandazioni mediche circa la non associazione contemporanea nell’ambito della medesima dieta di supplementi multivitaminici ed olio di fegato di pesce (al fine proprio di non ottenere un drastico aumento dei livelli di vitamina A nella dieta), va però precisato come il mondo scientifico resti ancora in attesa di studi ulteriori che comprovino definitivamente le tesi degli ultimi anni.

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