Professoressa, parliamo un po’ dello scheletro e di osteoporosi.

Il nostro scheletro è importante: ha un fondamentale ruolo protettivo degli organi e di sostegno, quindi ha funzioni di custodia e di metabolismo. L’osteoporosi non è una vera e propria patologia: la patologia sono le fratture provocate dall’osteoporosi, ma oggi fortunatamente siamo in grado di prevenirle. Un certo indebolimento dell’osso è naturale: tutti invecchiamo, e i tessuti con l’invecchiamento tendono a depauperarsi. L’osteoporosi è un fattore che aumenta moltissimo il rischio di frattura: fare prevenzione significa proprio far sì che la frattura non si verifichi.

Cosa sono i fattori di rischio?

Sono quei punti elencati nella Carta di rischio di frattura: situazioni o condizioni che ci espongono a un rischio più o meno alto di fratturarci. Conoscerli ci aiuta a prevenire le fratture. Per esempio, chi fuma è più esposto: studi ci hanno dimostrato che la nicotina altera il metabolismo della vitamina D e riduce la nostra capacità di costruire osso. Anche per quanto riguarda il diabete è stata riscontrata un’associazione con l’aumento del rischio di frattura.

L’osteoporosi è detta malattia silenziosa. Possiamo individuare qualche campanello d’allarme?

Il primo campanello è l’ereditarietà, poi esistono anche fattori di cui possiamo accorgerci, come la diminuzione dell’altezza o l’incurvarsi della colonna vertebrale. Oppure avere dolore osseo la mattina appena alzati.

L’esame per misurare la densità dell’osso si chiama MOC: quale è il momento giusto per farlo?

A partire dai 65 anni è rimborsato dal SSN, ma se sono presenti fattori di rischio (familiarità e assunzione di medicinali che indeboliscono l’osso) si può fare prima. Non è invasivo, non è doloroso e si fa in 5 minuti.

Come possiamo prevenire l’osteoporosi nella vita di tutti i giorni?

L’attività fisica è fondamentale: è uno dei cardini della prevenzione primaria insieme all’assunzione di calcio e a giusti livelli di vitamina D (che si crea esponendoci alla luce solare). Il calcio è presente in abbondanza in pochi alimenti: bisogna sapere dove trovarlo. Ne vanno assunti circa 1000 mg al giorno, meglio con la dieta che con i supplementi. Per esempio, per avere un buon apporto di calcio basta, nella dieta quotidiana introdurre questi elementi: 30 g al giorno di formaggio stagionato (come il parmigiano), più un bicchiere di latte o uno yogurt e bere un litro, un litro e mezzo di acqua ricca di calcio. E ricordare che la prevenzione inizia dall’infanzia: bambini e adolescenti devono assumere il calcio necessario.

Cos’è l’Osservatorio Fratture Fragilità? Perché è nato?

Ci pensiamo da vent’anni: un Osservatorio delle fratture da fragilità è uno strumento indispensabile per affrontare l’emergenza delle fratture da fragilità. La frattura è un evento traumatico, ma è anche un campanello d’allarme che ci avverte che qualcosa non va nell’osso: dobbiamo “catturare” la frattura e intervenire. L’Osservatorio nasce per informare il SSN in Italia: fornire numeri che aiutino ad avere il polso della situazione e aiutare a sviluppare linee guida (che per fortuna stanno per uscire). Il paziente fratturato, dopo che è stato curato ed è guarito dal punto di vista chirurgico, non può essere abbandonato a sé stesso, ma deve essere inserito in un percorso che lo aiuti a prevenire altre fratture. Sono percorsi già sperimentati, chiamati in sintesi FLS (Fracture Liaison Services) ed aiutano a ridurre sensibilmente la possibilità di fratturarsi di nuovo.

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