I maggiori rischi legati alla carenza di calcio e vitamina D riguardano in special modo le persone anziane. Ne consegue che, per soggetti di età di età maggiore ai 50 anni circa, non è raro assistere a problemi legati a:

  • Riduzione dell’introito giornaliero di calcio provocata da una annessa riduzione di cibo consumato per disappetenza, malattie infettive, fattori sociali ed economici
  • Riduzione dell’assorbimento di calcio da parte dell’intestino, a sua volta complicato dall’insufficienza di vitamina D nel nostro organismo
  • Riduzione della capacità delle cellule intestinali di adattarsi al basso introito giornaliero di calcio che può conseguentemente causare una maggiore capacità di assorbimento dell’intestino di ioni
  • Riduzione all’esposizione solare e quindi ridotta sintesi di vitamina D (capita, per esempio, frequentemente nelle persone anziane impossibilitate a muoversi da casa per problemi di mobilità)
  • Riduzione della capacità della cute di sintetizzazione della vitamina D
  • Riduzione della capacità dei reni di ritenere il calcio (che può portare a calciura)
  • Riduzione della capacità dei reni di metabolizzazione della vitamina D

In uno studio condotto su donne anziane ospitate in case di riposo una adeguata supplementazione nell’alimentazione sia di calcio (circa 1200 milligrammi al giorno) che di vitamina D (circa 800 milligrammi al giorno) ha significativamente ridotto il rischio di fratture femorali e vertebrali. Più o meno lo stesso del resto l’effetto ottenuto con una supplementazione comunque importante di calcio e vitamina D (rispettivamente 500 e 700 milligrammi) in uomini over 65.

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