Il 2 ottobre 2020 si è tenuto il meeting annuale delle TIWS (Top Italian Women Scientist), il gruppo di scienziate costituito nel 2016 e presieduto da Adriana Albini. Al meeting, svoltosi a Reggio Emilia, hanno partecipato numerose scienziate di fama mondiale, con interventi relativi al tema dei virus e della pandemia, argomento di grande rilevanza e attualità vista la pandemia Covid 19 che tutto il mondo è chiamato ad affrontare.
Tra i numerosi interventi, di grande rilievo è quello presentato dalla Professoressa Maria Luisa Brandi, Presidente Firmo ed endocrinologa di prestigio internazionale, che ha parlato del dimorfismo nella mortalità tra maschio e femmina per quanto riguarda il Covid-19. I dati in nostro possesso infatti ci dicono che ad ammalarsi e a morire di Covid-19 sono più gli uomini delle donne. Se questo dato non stupisce, visto che era già noto come in genere nelle infezioni virali le donne si ammalano di meno, oltre a rispondere meglio ai vaccini, è anche vero che questi dati non sono mai stati presi in considerazione nei provvedimenti da prendere per fronteggiare al meglio una possibile pandemia. Negli uomini sia un basso livello di testosterone, causato in genere dal naturare declino degli ormoni sessuali con l’età, sia un alto livello, sono associati a una maggiore incidenza e gravità di condizioni patologiche.
Nel suo contributo, che può essere seguito sulla piattaforma youtube, la Professoressa Brandi prende in esame il ruolo svolto dagli ormoni sessuali nel campo delle difese immunitarie, le differenze esistenti tra gli ormoni maschili e quelli femminili, e le mutazioni che intervengono quando, con l’avanzare dell’età, i livelli di questi ormoni mutano. Un settore che, se è conosciuto a livello di risvolti legati alla sfera sessuale, deve essere ancora pienamente esplorato non solo relativamente alle possibili e note patologie dell’invecchiamento che vi si legano, ma soprattutto nel campo delle variazioni relative alla capacità di difesa immunitaria. Indagare questo settore potrebbe portare a individuare misure terapeutiche e preventive diverse per uomini e donne, con esiti più efficaci non solo di fronte all’emergenza una pandemia, come oggi siamo chiamati ad affrontare, ma anche per le patologie più comuni. Lo studio del dimorfismo e del metabolismo degli ormoni sessuali si dimostra quindi un settore da esplorare per capire e combattere meglio le malattie.