SIOT, fondata nel 1891, attualmente conta circa 5000 soci, e negli anni ha raggiunto sempre nuovi traguardi, con il continuo miglioramento delle tecniche chirurgico-ortopediche e l’ampliarsi, per numero e qualità, di centri ortopedici Universitari e Ospedalieri.

Da tempo è chiaro che l’attività dell’ortopedico e dell’ortopedia non può limitarsi alla semplice cura delle fratture dell’apparato locomotorio, ma deve allargarsi a comprendere e a prevenire le cause delle patologie che lo colpiscono. In quest’ottica il Comitato è composto non solo da illustri ortopedici, ma anche da specialisti di altri campi, come la Professoressa Brandi che, nella sua figura di Endocrinologa, apporta il suo prezioso contributo nell’ampliare e articolare la visione relativamente alle questione della fragilità ossea.

È sempre più chiaro come la cura delle fratture da fragilità non possa più limitarsi ad intervenire successivamente ad un evento fratturativo, ma si debba sempre più adoperare nel prevenirlo. Oggi esistono fortunatamente farmaci e terapie adatti a ridurre il rischio di frattura nei casi di fragilità ossea, che soprattutto in caso di una prima frattura da fragilità mettano al riparo da nuove fratture. Dopo un primo evento fratturativo infatti la probabilità che ne intervengano di nuovi si moltiplica in modo esponenziale ed è quindi essenziale che sia messo in atto un percorso di prevenzione efficace.

Solo attraverso un’approccio globale, sia preventivo, sia post-frattura, si potrà arrivare alla soluzione del problema delle fratture da fragilità.

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