Dopo aver subito una frattura da fragilità, il paziente viene ricoverato in un reparto ortopedico/chirurgico, dove vengono svolte tutte le terapie necessarie per restituire al soggetto una buona mobilità.

Grazie ai progressi della medicina, in questo caso della chirurgia, è sempre meno complicato riconsegnare al paziente una migliore qualità di vita e un meritato ritorno alle attività quotidiane. Di contro, c’è da dire che spesso, il paziente non viene accompagnato adeguatamente nel trattamento post frattura.  Questo delicato argomento è stato trattato dal Prof. Stefano Gonnelli, presidente SIOMMMS (Società Italiana dell’osteoporosi e del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro)

È fondamentale per il paziente ricevere indicazioni per il trattamento, perché dopo una frattura c’è il rischio subirne altre nel breve termine”- spiega Gonnelli – “Quindi è importante trattare i pazienti e trattarli da subito”. Aggiunge poi, “Manca spesso un collegamento efficace tra l’attività ospedaliera e l’attività dei medici di base”. Conclude con una raccomandazione importante “Ci deve essere una corretta codifica delle fratture, non possono essere identificate nello stesso modo una frattura derivante dall’osteoporosi e una causata da un incidente stradale.

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